Decolonizzare l’Architettura: il futuro dell’architettura coloniale israeliana. In mostra a Bruxelles fino al 4 gennaio 2009
Il progetto "Decolonizing Architecture", diretto dagli architetti Sandi Hilal, Alessandro Petti e Eyal Weizman a Betlemme (Palestina), affronta un complesso problema architettonico: come affrontare e trattare i futuri resti dell’architettura coloniale israeliana - colonie e campi militari – nel momento in cui questi saranno separati dal potere politico architettonico del regime di occupazione di Israele. L'architettura è usata come un "teatro di speculazione" sui possibili scenari futuri per la Palestina, ma il progetto parte dal presupposto che un valido approccio a questo tema va al di là del linguaggio professionale dell’architettura e dell’urbanistica e incorpora varie prospettive culturali e politiche.
Il progetto coinvolge uno mondo meno ideale, non articola un’utopia di soddisfazione definitiva. Il suo punto di partenza non è una risoluzione del conflitto e il compimento di tutte le rivendicazioni palestinesi; inoltre, il progetto non è, e non deve essere pensato in termini di una soluzione. Piuttosto utilizza l'architettura come uno strumento tattico nell'evolversi della questione palestinese. Esso cerca di impiegare interventi fisici tattici per aprire un orizzonte possibile per ulteriori trasformazioni.
La fase finale del progetto sarà in mostra alla Galleria Bozar (Bruxelles) fino al 4 gennaio 2009.
www.bozar.be
www.decolonizing.ps

Decolonizing Architecture: the future of Israeli colonial architecture. On display in Brussels until January 4, 2009 >>>