50^ Biennale di Venezia
15 giugno - 2 novembre 2003
Insignito del Leone d’oro alla carriera, Michelangelo Pistoletto è
invitato a presentare il progetto Love Difference alla
50. Esposizione Internazionale d'Arte Contemporanea di Venezia, nella
sezione Utopia Station, curata da Molly Nesbit, Hans-Ulrich
Obrist e Rirkrit Tiravanija.
Pistoletto apre, nello spazio delle Tese delle Vergini, dove la Stazione
ha fatto tappa, l’Ufficio Love Difference,
realizzato come un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo,
circondato da sedie provenienti dai diversi Paesi che si affacciano su questo
mare. Specchio delle differenze, il tavolo è stato per cinque mesi
punto d’incontro spontaneo, di scambio di idee e di esperienze, punto
informativo sul movimento.
L’ufficio ha promosso differenti attività: workshop, conferenze,
concerti, dibattiti e performance artistiche. Nel workshop Love
Difference words sono stati coinvolti alcuni artisti internazionali
della piattaforma Manydee, con progetti attivi in diversi contesti del Mediterraneo,
che agiscono nel tessuto sociale con l'intenzione di creare relazioni tra
le varie sponde del Mediterraneo. Gli appunti di questo workshop sono stati
presentati nel numero 6 di "Illywords", rivista di Illycaffè,
successivamente diffusa al Festivaletteratura di Mantova.
Il 26 luglio viene varata la barca a vela Love Difference
che nel mese di agosto parte per la prima tappa, Venezia-Zara, del progetto
World
Tour Mediterraneo. Nello stesso pomeriggio un party, con musiche
dei Mariposa.
50^ Biennale - Incontri
intorno al tavolo
Importanti tappe per l’evoluzione del progetto Love Difference sono
i due eventi, Arte e Politiche Alternative
e Gli Attivatori Culturali e la Collaborazione InterMediterranea.
Arte e Politiche Alternative
L'incontro del 13 settembre coinvolge artisti e curatori impegnati in progetti
le cui strategie del fare e pensare artistico si applicano alla politica.
La giornata, moderata da Dagmar Reichert, si apre con la discussione sui
punti in comune tra i progetti dei partecipanti all’incontro e le
strategie per fare politica attraverso l’arte. Prendono la parola
Tal Adler (artista, Tel-Aviv), Transnational Republic (collettivo internazionali
d’artisti), Chiara Bertola (curatrice, Fondazione Querini Stampalia,
Venezia), Frederikke Hansen (curatrice, Shedhalle, Zürich), Michelangelo
Pistoletto (artista, Biella), Georgina Portelli, (psicologa, UK), Pierre
Portelli (artista, Malta), Margit Rosen (curatrice, ZKM, Karlsruhe). Risultato
della discussione è una bozza di documento-manifesto i cui punti
principali vengono presentati al pubblico nella sessione pomeridiana. I
rappresentanti dei tre progetti artistici Love Difference, Transnational
Republic e Pettek sottolineano la necessità per l’arte di sviluppare
sistemi di pensiero e di azione paralleli e alternativi rispetto ai sistemi
politici istituzionali: l’arte non può limitarsi a riflettere
e a far riflettere su ciò che succede nel mondo, ma deve agire direttamente
sul tessuto sociale e sulla complessa matassa delle relazioni internazionali.
Tuttavia, l’azione politica dell’arte non dovrebbe entrare nel
campo specifico delle dispute parlamentari, ma, standone al di fuori, indicare
un altro modo di gestire la cittadinanza, la rappresentanza e la partecipazione
alle decisioni sulla cosa pubblica.
Condizione necessaria perché tutto questo funzioni è l’accessibilità
dell’arte a tutti - non solo a ristrette élite - e la partecipazione
attiva del pubblico ai progetti. Un manifesto comune tra i progetti di politica
alternativa dovrebbe fondarsi su un’etica di libertà e senso
di responsabilità: la libertà totale dell’espressione
artistica e la sua responsabilità nel gestire un rapporto, quello
con il cosiddetto fruitore, che non si esaurisce al momento del contatto
con l’opera, ma scatena cambiamenti effettivi nel pensiero e
nel comportamento.
Gli Attivatori Culturali e la Collaborazione InterMediterranea
Nell’ottica di un tipo d’arte che assume responsabilità
sociale e non si limita a produrre arredamento per musei, è necessario
anche garantire l’esistenza della cultura adatta per sostenerla e
diffonderla. Questo l’argomento del secondo incontro, "Gli Attivatori
Culturali e la Collaborazione InterMediterranea", tenutosi il 14 settembre,
finalizzato alla presentazione di iniziative concrete per istituire una
rete di collaborazione Mediterranea.
La comunicazione orizzontale tipica della struttura della rete
è, infatti, l’unico modo per far fronte alla gerarchia e alle
disparità che separano i paesi del Mediterraneo europeo
dai paesi del Nord Africa e del Medio Oriente sia a livello politico che
economico che culturale. Anche di questo parla nel suo intervento Franco
Farinelli, docente di Geografia Umana presso l’Università di
Bologna.
scarica
l'intervento di Franco Farinelli in formato PDF
I partecipanti all'incontro Pierre Abi Saab (giornalista ed editore, Beirut),
Enver Hadziomerspahic (direttore del museo Ars Aevi, Sarajevo), Molly Nesbit,
(curatrice Stazione Utopia, storica dell’arte Columbia University)
Zeina Maasri (artista e graphic designer, Beirut), Federica Thiene (artista,
collettivo Artway of Thinking, Venezia), Sandi Hilal e Alessandro Petti
(architetti, Stateless Nation e Multiplicity, Palestina/Italia), Immanuel
Wallerstein, (direttore del Fernand Braudel Center for the Study of Economies,
Historical Systems, and Civilization) si confrontano con la proposta di
Michelangelo Pistoletto e Dagmar Reichert di creare una rete di attivatori/mediatori
culturali del Mediterraneo sviluppando l’idea classica di "scuola
per curatori".
Il corso di formazione dovrebbe essere strutturato come un laboratorio nomade
che, basandosi su istituzioni e organizzazioni già esistenti, dia
la possibilità a un gruppo di persone, già impegnate nel campo
dell’arte sociale o della mediazione interculturale, di operare in
diverse città del Mediterraneo per alcune settimane all’anno.
Nei diversi luoghi verrebbero organizzati eventi o incontri in stretta collaborazione
con le istituzioni locali: le iniziative di arte sociale, essendo molto
più problematiche rispetto alle tradizionali mostre internazionali
o alle Biennali d’Arte, sono più facilmente accettabili da
parte delle culture locali perché non necessariamente invasive rispetto
alle abitudini e la cultura del posto; le incomprensioni e rifiuto che spesso
si generano potrebbero essere, quindi, superati attraverso una conoscenza
più approfondita della cultura del Paese ospite che passi attraverso
il contatto con le organizzazioni culturali riconosciute.
Tra i partecipanti all’incontro si sviluppa un’idea più
chiara su come impostare il dialogo interculturale e fronteggiare le spaccature
tra i paesi del Mediterraneo.
:: Da settembre a ottobre sui susseguono gli incontri che
porteranno alla realizzazione del video di Dafnà Moscati di interviste
a 23 persone provenienti da diversi paesi del Mediterraneo.
:: Il 26 ottobre Chiara Bertola e Michelangelo Pistoletto
presentano il programma di collaborazione attivo tra Love Difference e la
Fondazione Querini Stampalia di Venezia all’interno di "Tipping
point" a cura dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee
della Biennale di Venezia (ASAC).
:: Le attività di Love Difference alla Biennale
di Venezia si concludono il 1 novembre con le sperimentazione musicali dei
Curva Chiusa, Chris Blazen e Alex Mendizabal.
www.labiennale.org