Creative Dialogue
7 – 13 Marzo 2009,
Marsa Open Centre (Malta)

Workshop nell'ambito del progetto As_Tide



Il Marsa Open Centre per i richiedenti asilo politico (il MOC) ha ospitato il workshop "Creative Dialogue", una attività di promozione artistica per la trasformazione sociale responsabile e per il dialogo interculturale in Europa.
Il workshop è stato co-curato da Love Difference in collaborazione con il St. James Cavalier Centre for Creativity e con Atelier culture.projects.


Love Difference ha accompagnato un gruppo di artisti provenienti dalla rete A.S.T.I.D.E. e da Malta, nonché i ricercatori e gli operatori del Marsa Open Centre, in un processo che ha dato ai partecipanti strumenti e metodi per l'osservazione, l'ascolto, l'analisi e lo sviluppo.
Le attività sono state principalmente finalizzate a rafforzare il senso di appartenenza e di partecipazione al fine di avviare processi creativi collettivi.
Le pratiche creative apprese durante il workshop sono attualmente applicate dagli operatori di Marsa Open Centre.

INTRODUZIONE
Il lavoro al Marsa Open Centre illustra alcuni dei metodi di progetto e di intervento di Love Difference.
Il workshop è parte del più ampio progetto As_Tide, un'attività promozionale di Arte per la Trasformazione Sociale Responsabile e per il dialogo interculturale in Europa, gestito da Cittadellarte-Fondazione Pistoletto insieme a vari partner internazionali, con il sostegno dell'Unione Europea.
Love Difference svolge il ruolo di co-curatore del workshop di attivazione.
Insieme ai partner del progetto per Malta, ovvero St. James Cavalier Centre for Creativity e Atelier culture.projects si è individuato il contesto di intervento: una ex scuola attrezzata per ospitare 1.500 immigrati, che possono chiedere asilo politico, dopo un periodo di due anni di detenzione. Il centro funge da rifugio temporaneo per i rifugiati, con lo scopo ufficiale di facilitare il loro inserimento nella popolazione maltese. Nonostante questa premessa nobile, nella concreta realtà il Marsa Open Centre può essere considerato poco più di un ghetto per gli emarginati.
Dopo le ricerche fatte in loco, sono apparse evidenti la motivazione, l'energia e la voglia di cambiamento sia delle persone che vivono nel centro sia del personale che ci lavora; secondo Love Difference questo luogo sembra pronto ad intraprendere un processo di ascolto attivo.



IL WORKSHOP
Dopo aver identificato le persone con cui interagire, Love Difference ha accompagnato il gruppo (Emanuela Baldi, Filippo Fabbrica, Abdallah Daif, Noemi Satta di Love Difference, Natasha Borg, Sara Falconi di Atelier-cul ture.projects; Yolanda De Los Bueis, Christoph Schwarz della rete di artisti As_Tide; Toni Attard, Herman Bashiron, Francesco Debono, Caldon Mercieca, Daniel Schembri, artisti maltesi e ricercatori; Etienne Attard, Silvio Brincat, Ahmed Bugre, Alison Busuttil, Vince Caruana, Adbulkadir Ahmed Hassan, Mohammed Abdullahi Hassan, Roger Langley, Ezana Messih, Giovanni Piscopo, Victor Scerri, Isabelle Sicot, operatori del Marsa Open Center) in un processo che ha dato ai partecipanti gli strumenti e i metodi per osservazione, ascolto, analisi e sviluppo.

Le attività sono state principalmente finalizzate a rafforzare il senso di appartenenza e di partecipazione al fine di avviare processi creativi collettivi.
Alla base del metodo di Love Difference sta un processo che, attraverso la raccolta delle reazioni, dei desideri e delle critiche degli individui, rivela il sogno condiviso. In effetti, un individuo prende parte ad un'impresa collettiva solo se vi riconosce rappresentati anche i suoi desideri ei suoi valori, sentendosi così protagonista del cambiamento.
Il sogno collettivo è ciò che innesca il processo creativo e conseguentemente il cambiamento. La partecipazione di ogni individuo si realizza attraverso una visione condivisa che, per essere messa in gioco, ha bisogno del supporto dell'energia portata da un gruppo.

Per arrivare a questo è stato necessario passare dalla visione del singolo a quella del gruppo. In questo senso, l'attivazione di un nuovo processo relazionale diventata il punto focale del processo.



All'inizio sono state organizzate attività come presentazioni individuali, esercizi di e di osservazione degli altri, per dar modo ai partecipanti di conoscersi.
Poi, divisi in piccoli gruppi, i partecipanti hanno percorso il tragitto dal St James Center di La Valletta, il luogo dove si sono svolti i primi due giorni del workshop, al Marsa Open Center: per gli operatori del MOC coinvolti nel workshop è stato un'occasione per condividere il cammino quotidiano verso il posto di lavoro, anche da un punto di vista di intimo ed emotivo, per chi vi passava per la prima volta, questo ha determinato un cambiamento dell'idea del Centro costruita su preconcetti e stereotipi verso un un punto di vista personale.
Entrare nel Centro ha suscitato in tutti forti sensazioni, per alcuni familiari, per altri nuove, ma con molti elementi in comune: è su questi che il gruppo ha llavorato nei giorni seguenti.
Successivamente i partecipanti sono stati invitati a fare degli schizzi che rappresentassero il rapporto di ciascun operatore con lo spazio fisico del centro, per evidenziare quali aree sono state utilizzate e per quali attività, i luoghi preferiti e le ragioni per cui lo sono. I disegni sono stati poi condivisi e commentati, evidenziando punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce del MOC (attraverso un'analisi SWOT) e rivelando numerosi elementi comuni, nonché una frattura percepita all'interno dello staff del Centro tra gli operatori tecnici, responsabili della gestione degli spazi, e il gruppo dei mediatori culturali, entrambi impegnati quotidianamente e con grande coinvolgimento emotivo in attività concrete e pratiche.
In questa fase, Love Difference ha deciso di passare ad un livello più operativo.
Nei giorni seguenti, la sfida è stata quella di ripensare il Marsa Open Center: riprogrammare le sue attività, ridisegnare gli spazi e il loro uso.
Vari materiali "di costruzione" sono stati forniti: mattoncini Lego, plastilina, matite, squadre, mappe e progetti architettonici del Centro.
Operatori, tecnici e mediatori culturali si trovano ad operare insieme sul sogno condiviso di ridisegnare il Centro. In questo processo di ripensamento del luogo, l'elemento di gioco alleggerisce il compito e stimola realmente la reattività immediata di ognuno.
Per la prima volta gli operatori cominciano a dialogare in modo costruttivo, e si uniscono. Hanno acquistato questa capacità dal processo precedente, processo che ha dimostrato che, sebbene impegnati in attività molto diverse, una più tecnica e l'altra più legata alla sfera umana, hanno la stessa visione su punti di forza e punti deboli, su opportunità e limiti del MOC. Si sono trovati nelle condizioni giuste per la progettazione di un ambiente nuovo, che risponde ad esigenze condivise. Il desiderio di apportare miglioramenti era comune a tutti: l'osservazione partecipata, senza giudizio, ha rivelato valori condivisi inconsci, aspettative, sogni e ostacoli alla loro realizzazione.
Era in atto il passaggio dal sogno individuale alla identificazione del sogno collettivo.
Il Marsa Open Center cominciava ad essere visto da una prospettiva nuova, di rigenerazione.

Ulteriori informazioni su As_Tide Networks: www.astide.eu


Pouf
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