Tal Adler e Naim Garbea
unrecognized

Una lotta per il riconoscimento





Progetto promosso da Love Difference
Il deserto del Negev, situato nella regione meridionale di Israele, occupa più della metà della superficie totale dello stato, eppure vi abita solo l’8% della popolazione. Lontano dal centro economico e culturale della nazione ospita le città e i villaggi più poveri di Israele.
Gli abitanti originari del Negev, che vi risiedono da molto tempo prima della creazione dello stato di Israele, sono i beduini. Per quanto siano riconosciuti come cittadini, non godono degli stessi diritti. Il più grande torto nei loro confronti consiste nell’usufrutto e nell’esproprio della loro terra. Il Negev, un tempo esclusiva proprietà dei beduini, è la più vasta riserva di terra d’Israele, e il governo intende in futuro mantenerne l’usufrutto per la popolazione ebraica (i beduini sono musulmani) e continuare a utilizzarla per le esercitazioni militari. Dei 143.000 beduini che vi risiedono, 76.000 vivono in 45 villaggi non riconosciuti. È illegale costruirvi case. Gli abitanti in ogni villaggio oscillano dalle 600 alle 4000 persone. Esse non hanno accesso a servizi fondamentali quali acqua corrente, sistemi di fognature, elettricità, rete viaria, trasporti pubblici, assistenza sanitaria, comunicazioni, istruzione, assistenza sociale, infrastrutture comunali, etc.. Nel frattempo, su quello stesso territorio, Israele sta creando i cosiddetti “individual ranches”, ovvero delle vaste tenute agricole affidate dal governo a cittadini (soprattutto individui o gruppi di ebrei), assieme a delle infrastrutture sovvenzionate e a un generoso sostegno da parte delle istituzioni. La tenuta del primo ministro israeliano Ariel Sharon, ad esempio, si estende per circa 1.200 acri.
Fin dagli anni ’50 Israele ha accanitamente tentato di confinare i beduini in strisce di terra sempre più ristrette, e infine è riuscito a circoscrivere la loro presenza in sette città finanziate dal governo. Tale linea politica spinge i beduini che vivono nei villaggi non riconosciuti a barattare la loro terra con i fondamentali servizi comunali offerti dalle città, città costruite senza che i beduini partecipassero nel processo di progettazione. La sistematica erosione della cultura tradizionale e delle risorse fisiche dei beduini ha condotto, come era prevedibile, a un’alta percentuale di criminalità e a un’estrema povertà in tutta l’area.
Oggi assistiamo al drammatico processo di distruzione della cultura beduina e alla sua trasformazione in una società povera, senza speranze, dominata dalla criminalità.

Descrizione del progetto
Il progetto intende denunciare le condizioni in cui vivono i residenti dei villaggi non riconosciuti, raccogliere un consenso pubblico per sostenere la lotta per il riconoscimento e chiarire in modo esplicito che la lotta per il riconoscimento è una lotta civile. Il progetto ruota attorno a quattro punti principali:
1. Un’ampia mostra fotografica che raccoglie fotografie e storie tratte dai 45 villaggi non riconosciuti.
2. Una pubblicazione a latere con le fotografie e le storie della mostra, con l’aggiunta di altro materiale: articoli, cartine e corrispondenza appositamente commissionati per il progetto.
3. Un sito web per lanciare una petizione online.
4. Eventi internazionali che prevedono dibattiti pubblici tra i residenti dei villaggi non riconosciuti, gli attivisti che si occupano di diritti umani e i rappresentanti del governo israeliano.

Per informazioni:
www.itemz.org

Unrecognized su LDN - Love Difference News
LDN#33 LDN#34 LDN#56
 



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