Pasticcerie Love Difference - I dolci
le fruit de l'amour,
di Saïd Ait El Moumen e associazione Dar Bellarj
Concept A dir la verità, il dattero (frutto dell’amore) non è una scelta, ma piuttosto un dovere che ci riporta a una tradizione di centinaia d’anni, una tradizione di coraggio, pazienza, perseveranza, fede e sfida. I nostri progenitori hanno impiegato uno sforzo infinito per convivere con il gigantesco deserto marrochino. In questo posto, l’uomo non poteva sopravvivere senza la sua palma da dattero, e la palma aveva bisogno della protezione dell’uomo e della sua cura per crescere e diffondersi. Questa relazione, già tanto importante, è via via cresciuta nello spirito degli uomini attraverso il passare del tempo e attraverso ogni progetto, individuale o collettivo. Oggi, che il mondo avanza velocemente e non importa come, ci affidiamo al dattero che rimane bello e buono, il frutto più apprezzabile al mondo. Il suo colore brillante e dorato, il suo sapore zuccherino dal leggero aroma candito enfatizzano la sua originaria provenienza orientale o semplicemente ci spingono a sognare di vivere un momento tranquillo nella calma e nella purezza di un’oasi nel Sahara. Nell’ambito dello scambio economico, i datteri hanno la loro storia lungo il percorso da Sud a Nord. Nelle pratiche religiose musulmane, durante il mese sacro di Ramadan, il dattero ha il posto della Regina, la quale invita generosamente a rompere il digiuno proprio cominciando con la sua degustazione. È anche offrendo latte e datteri che il re è accolto e accoglie i suoi ospiti, cosí come è con latte e datteri che si festeggiano i fidanzamenti e matrimoni. L’interesse per il dattero non è infatti solamente personale, va oltre le frontiere di questa piccola parte del Sahara per diventare nel mondo un oggetto di ricerca, senza perdere il suo valore d’origine: un alimento prezioso, che invita a condividere e scambiare, e rappresenta così un tratto d’unione tra le differenti generazioni e le differenti culture. |
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Saïd Ait El Moumen è musicista, ballerino e coreografo. Dopo un’esperienza decennale da percussionista, decide di cambiare direzione alla sua carriera partecipando ad un workshop condotto da leader coreografi tra cui G. Appaix , Hella Fattoumi, Sam Louwick, Bernardo Montet, Mathilde Monnier e Fatou Traoré. Nel 2003 fonda insieme a T. Izeddiou e B. Ouizgan la prima compagnia di danza contemporanea marocchina. Nel 2004 viene invitato dal Centre Chorégraphique National di Montpellier a partecipare al corso di formazione per ballerini professionisti di danza contemporanea EX. E. R. CE. Da allora il suo lavoro è un’esplorazione continua di danza, musica e video art. Maha El Madi è la direttrice dell’associazione culturale Dar Bellarj situata nel cuore della Medina di Marrakesh. Dar Bellarj ha come obiettivo la promozione dell’arte marocchina e di trasmettere il messaggio culturale attraverso mostre tematiche. Dar Bellarj si occupa, tra le altre cose, anche del ruolo della donna nella società marocchina. |